I grandi innovatori del passato: Mary Anning

Ritratti: i grandi innovatori del passato

The | Edge omaggia le storie di grandiosi personaggi storici, uomini e donne del passato, pionieri e pioniere dell’innovazione, che attraverso la diffusione del loro sapere e delle loro scoperte in ambito scientifico e tecnologico, hanno contribuito a rivoluzionare l’umanità.

La Jurassic Coast di Mary Anning

Mary Anning

(Lyme Regis, 1799 – Lyme Regis, 1847)

Mary Anning è diventata nota nel 2020, grazie all’attrice Kate Winslet che l’ha magistralmente interpretata nel film «Ammonite». Ma il successo di questa paleontologa inglese, vissuta a cavallo fra il 1700 e il 1800, è legato soprattutto al suo paese di nascita: Lyme Regis.

Affacciata sulla costa della Manica, nella contea del Dorset, questa piccola località – dove Jane Austen ambientò il romanzo «Persuasione» – è celebre per i fossili rinvenuti lungo le sue spiagge. Così preziose da essere tutelate prima nell’Heritage Coast britannico e, dal 2001, come patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Il suo valore è conservato nei 153 chilometri ricchi di letti fossili marini dell’era giurassica della costa – ribattezzata, appunto, “Jurassic Coast” – che documentano quasi 200 milioni di anni di storia geologica: rocce risalenti a Triassico, Giurassico e Cretaceo, oltre a esemplari ben conservati di rettili marini e dinosauri. Scoperti e ricostruiti, per la prima volta, proprio da Mary Anning.

Scampata a un fulmine ad appena quindici mesi, Mary era la secondogenita di dieci figli ma restò l’unica superstite della prole, insieme al fratello Joseph. Suo padre Richard era un carpentiere che, per arrotondare le modeste entrate, cercava sulle scogliere fossili da rivendere ai turisti come souvenir. Un’attività amatoriale che, tuttavia, era parte importante del bilancio familiare tanto che, alla sua morte, moglie e figli la proseguirono.

Del resto, Lyme Regis era ormai una meta turistica apprezzata dai nobili e frequentata dalla ricca “middle class” inglese. Il commercio di reperti fossili, in particolare di ammoniti, costituiva un fiorente business per collezionisti e studenti.

Mary, che aveva imparato a leggere e scrivere con un’istruzione molto sommaria, si rivelò dotata di enorme talento. Divenne un’infaticabile ricercatrice di fossili, affrontando rischi e fatica per raccogliere i più rari. Nel 1811, ad appena dodici anni, compie la sua prima scoperta: il fratello rinviene un lungo teschio di ittiosauro e, in poco tempo, la ragazza ricostruisce l’intero scheletro del grande rettile marino. Pur ignorando la forma dell’animale estinto, riesce nell’intento grazie alla pazienza e all’immaginazione. Per aiutarsi, studia geologia e anatomia, dissezionando i pesci per capirne di più.

L’estrema povertà, tuttavia, affligge la sua vita e solo l’aiuto del colonnello Thomas Birch, che si offre di vendere i reperti scovati consegnando il ricavato, le offre un sostegno.

Nel 1820 la donna scova il primo scheletro completo di plesiosauro, un gruppo di rettili acquatici comuni nell’era giurassica. Le massime autorità del tempo dubitano della veridicità di questo “drago” dal collo di giraffa ma Mary raffigura la sagoma dell’animale vissuto milioni di anni prima con un disegno preciso, corredandolo di frammenti accurati. Gli esperti si convincono della sua scoperta.

A ventisette anni, grazie ai risparmi, riesce a comprarsi una casa e ad aprire l’Anning’s Fossil Depot, un deposito di fossili che attira decine di studiosi di storia naturale.

Nel 1829, trova il rettile volante Pterodactylus macronyx – o Dimorphodon macronyx – che conferma l’ipotesi di alcuni scienziati. Ma le sterline ricavate finiscono in un investimento sbagliato e Anning si ritrova, per l’ennesima volta, senza nulla. Solo grazie al paleontologo William Buckland, che ne apprezza la bravura, riesce ad assicurarsi una pensione governativa con la British Society for the Advancement of Science fino alla sua morte, a 47 anni, per un cancro al seno.

Il contributo di Mary Anning al pensiero scientifico è duplice: da una parte, le sue scoperte modificarono le idee allora in circolazione sulla vita animale nella preistoria; dall’altra, ebbe una certa influenza perfino per l’elaborazione della teoria dell’evoluzione di Charles Darwin, come lo stesso studioso ammise. Intuì anche che la catalogazione di quanto andava scoprendo era cruciale per ricostruire le forme degli esseri viventi della preistoria. Tuttavia, le sue ricostruzioni catturarono l’attenzione delle élite scientifica ma nessuno la consacrò in vita perché era donna, figlia della working class e povera.

Nel 1900, il deposito di Anning fu trasformato da un suo discendente nel museo Philpot (visitabile insieme alle coste limitrofe dove si organizzano tour guidati). Lyme Regis ricorda la scienziata con il «Mary Anning Day», un festival annuale dedicato ai reperti fossili e una statua bronzea nei paraggi delle “sue” scogliere che la ritrae con l’inseparabile cane Tray, morto durante una delle intrepide ricerche di fossili.

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