La fiducia nella classe politica crolla, specie dopo gli eventi degli ultimi anni. A quanto pare, 6 italiani su 10 preferirebbero che un’AI li governasse.
La politica moderna e le nuove tecnologie
I cittadini stanno perdendo fiducia nelle figure politiche di riferimento. Complici le difficoltà mondiali degli ultimi anni, il dissapore nei confronti della classe politica è arrivato alle stelle. Ma l’amarezza scaturita dalla profonda disillusione, può far preferire un robot a un essere umano? A quanto pare sì, e i dati sono sconcertanti (leggi il nostro articolo su Spot, il robodog).
L’AI governerà il mondo?
Ciò che viene criticato maggiormente al politico moderno, è l’eccessiva retorica, unita a possibili interessi nascosti, spesso portati avanti a danno dell’intera popolazione. Gli errori umani, inoltre, in generale non vengono granché tollerati, specialmente se chi li commette è una persona che ha in mano le sorti di un intero paese. E queste debolezze, certamente non appartengono a un’intelligenza artificiale. Quindi, veniamo ai dati: in Europa tendenzialmente più della metà dei cittadini è contrario al popolamento delle sedi governative da parte delle AI, ma in Italia i dati sono opposti. Infatti l’intelligenza artificiale sarebbe preferita da sei italiani su dieci. Il motivo è legato alla profonda disillusione della fascia d’età più giovane, ma anche a un sentimento collettivo di malessere. Il sentirsi parte di un luogo che, seppur ricco di potenziale, è destinato a degradare perché in mano a potenti poco lungimiranti. L’intelligenza artificiale, invece, quali prospettive offre? Probabilmente, agli occhi degli intervistati, una visione imparziale e funzionale, ma non solo.
AI e l’umanità
La velocità con cui un algoritmo calcola i dati, potrebbe essere perfino la soluzione a diverse questioni che altrimenti avrebbero occupato anni di discussione per sfociare sul nulla di fatto. Ma affidarsi a un’AI porta anche delle insidie (leggi il nostro articolo sulle insidie delle chatbot). Una mente robotica manca di alcuni guizzi umani, necessari per filtrare le esigenze delle persone: prima fra tutti, la vicinanza empatica. Inoltre, un altro quesito sorge spontaneo: potremmo sentirci realmente coinvolti, partecipativi, se a governarci sarà un algoritmo?
A presto con nuovi aggiornamenti!
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