Il punto di vista di Alessia Vincioni – Project Manager di Jointly e responsabile del progetto “Genitori Digitali”
Il mondo del lavoro è in costante evoluzione, portando con sé nuove esigenze e bisogni per i lavoratori dipendenti. In questo scenario, la sfida più grande che attende le aziende è quella di investire su piani di welfare aziendale, adottando nuove strategie, che permettano di offrire servizi in grado di garantire ai propri collaboratori e alle loro famiglie un maggiore benessere dentro e fuori l’ambiente di lavoro.
Alessia Vincioni, project manager di Jointly, società B Corp® di welfare e responsabile del progetto “Professione genitori”, racconta questo processo di evoluzione e quali forme di sostegno e benefit possono essere introdotti per migliorare il benessere e l’engagement delle persone nelle organizzazioni.
Cosa intende Jointly per “Corporate Wellbeing” e in cosa si differenzia dal concetto di Welfare aziendale?
Il corporate wellbeing è la nuova frontiera del welfare aziendale, che mette al centro il benessere dei propri collaboratori, partendo dal loro ascolto. Dopo la pandemia, con livelli di engagement crollati di oltre 10 punti percentuali (dal 76% al 64%) più di un lavoratore su tre (39%) a rischio burn-out1, questa è la nuova sfida globale per le aziende.
In uno scenario in cui peraltro il welfare pubblico fa sempre più fatica a rispondere ai nuovi e crescenti bisogni dei cittadini – e dove il 40% delle famiglie rinuncia a curarsi perché non riesce a sostenere i costi – le misure di wellbeing aziendali possono avere un impatto non solo sui collaboratori ma su tutta la loro famiglia e i loro territori di riferimento. E entrare a pieno diritto nelle strategie e nei bilanci di sostenibilità, o non finanziari, delle aziende attraverso il calcolo del ritorno sociale dell’investimento (SROI).
Il mondo del lavoro è in costante evoluzione; la recente pandemia, ad esempio, ha modificato le esigenze dei lavoratori dipendenti. Dal vostro punto di vista quali servizi, quali bisogni sarà sempre più importante soddisfare?
Meno di due dipendenti su dieci (14%), in base agli ultimi dati dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, oggi sono pienamente ingaggiati e soddisfatti. Di conseguenza, per la stragrande maggioranza dei responsabili risorse umane (92%) – sempre secondo l’Osservatorio – la salute e la sicurezza dei lavoratori si sono imposte come valori centrali nella gestione dell’azienda e per due su tre (77,7%) la domanda di servizi di welfare – inteso non come serie di benefit ma come vero e proprio piano di benessere personalizzabile – è destinata in futuro a crescere. Offrire un supporto scolastico per i propri figli, aiutarli nella scelta del percorso di studi, ma anche organizzare un sostegno psicologico in un momento di difficoltà o aiutare un caregiver nel prendersi cura di un famigliare non auto-sufficiente: questi sono i nuovi servizi che permetteranno ad un’azienda di essere vicina ai propri collaboratori e di investire sul loro benessere, dentro e fuori l’ufficio. Un impegno che viene ripagato: i dati raccolti dalla ricerca Jointly Voice confermano che se un piano di welfare viene costruito in maniera coerente rispetto alle diverse necessità dei collaboratori e viene comunicato chiaramente può aumentare fino al 30% il livello di identificazione e di “fedeltà” alla propria organizzazione.
A questo proposito, quali sono le principali soluzioni offerte da Jointly per i dipendenti e le aziende? In che modo Jointly riesce a trasmettere il valore delle proprie soluzioni alle aziende clienti (e quindi ai loro dipendenti?)
Jointly è l’unica società B Corp® di welfare aziendale specializzata nel benessere e l’engagement delle persone nelle organizzazioni. I bisogni dell’individuo sono al centro della strategia di Corporate Wellbeing che Jointly vuole costruire, una strategia che comprende attenzione al benessere psico-fisico ed economico dei collaboratori, nonché alla loro formazione continua. I settori su cui si concentra sono quindi quello del sostegno economico per i dipendenti attraverso la piattaforma welfare JOY, che garantisce la massima spendibilità dei crediti in accordo con la normativa welfare, ma anche quello della genitorialità, del supporto agli anziani, del benessere e della salute.
Pensiamo all’impegno di essere genitori: oggi quasi un collaboratore su due (47%) ha almeno un figlio in età scolare e vorrebbe dall’azienda un supporto specifico per figli in età scolare. O alla fatica dei caregivers: un dipendente su 3 infatti si fa carico della cura di un familiare anziano o non autosufficiente (33%) e nel 77% dei casi, il lavoro di cura li occupa molto spesso o quotidianamente, di fatto un “secondo lavoro”. Il welfare aziendale in questi casi può essere un modo di prendersi cura di chi si prende cura.
Anche pensando alla loro salute mentale: oggi la grande maggioranza dei lavoratori correla il proprio benessere psicofisico al lavoro ed è quindi importante avere un approccio olistico al benessere che non può più essere diviso tra “dentro” e “fuori” l’ufficio.
Quali nuove forme di sostegno e benefit possono essere introdotti per affrontare i rischi specifici associati all’innovazione tecnologica e digitale?
“Il sapere ci rende liberi” diceva Socrate. La conoscenza ci fornisce gli strumenti per imparare a riflettere, interpretare la realtà, pensare in modo critico. Di fronte ai pericoli dell’innovazione tecnologica, la più importante forma di supporto che un’azienda possa offrire alle proprie persone è l’educazione digitale, ovvero la possibilità di acquisire le informazioni, gli strumenti, le competenze utili per riconoscere ed evitare i rischi e i danni associati all’uso della tecnologia e, al tempo stesso, coglierne le opportunità. Dalle truffe online al cyberbullismo, passando per la violazione della privacy: sono molteplici le minacce nate con il progresso tecnologico, ma non per questo dobbiamo demonizzare il fenomeno. L’interazione tra la dimensione online e offline della nostra vita è ormai una condizione da cui difficilmente si può tornare indietro ed è quindi fondamentale renderla il più possibile positiva e sicura.
Tra le soluzioni offerte da Jointly, ci sono percorsi formativi riservati alla genitorialità, in particolare il percorso “Genitori digitali” che è dedicato ad affiancare i genitori nell’educare i propri figli ad un uso consapevole del digitale. Quanto può incidere positivamente, a livello di benessere personale e familiare nel contesto lavorativo, una corretta prevenzione e sensibilizzazione sui nuovi rischi del digitale?
I genitori di oggi si trovano ad affrontare sfide mai conosciute prima e gli effetti della rivoluzione tecnologica sono tra queste. È un fenomeno che ha investito ogni aspetto della nostra vita e che coinvolge trasversalmente tutte le generazioni: da quelle dei nostri nonni e genitori, che sono entrati in contatto per la prima volta con uno smart-phone in età adulta, a quella dei nostri figli che, quali nativi digitali, hanno grande familiarità e conoscenza delle piattaforme tecnologiche e social, ma non hanno altrettanta consapevolezza dei pericoli che potrebbero celarsi dietro a uno schermo.
E proprio questa “vulnerabilità” solleva molte preoccupazioni tra le madri e i padri. Per questo abbiamo progettato un percorso che ha l’obiettivo di far sviluppare nuove competenze digitali valide, in primis, per l’adulto nella propria dimensione non solo di genitore, ma anche di cittadino e professionista. Competenze che, condivise nel contesto familiare, consentono di prevenire e, ove necessario, intervenire affinché le esperienze online siano all’insegna del benessere e della sicurezza.
All’interno di questo progetto “Genitori Digitali”, Jointly ha coinvolto Wallife per aumentare ulteriormente la consapevolezza delle persone relativamente ai rischi che il digitale può portare. Cosa ne pensi di questa collaborazione e quali spunti interessanti sono emersi?
Uno degli argomenti principali che trattiamo in Genitori Digitali riguarda la protezione dei dati. Nell’ambito dell’edizione 2023, abbiamo deciso di arricchire i contenuti del percorso con un approfondimento da parte di Wallife sulle frodi creditizie e una panoramica di consigli per proteggere l’identità digitale. Inoltre, per sensibilizzare ancora di più i genitori verso questi temi, abbiamo messo a disposizione dei partecipanti al percorso cento polizze Wallife per proteggere l’identità digitale in caso di accesso fraudolento – dallo smartphone – ai propri account di pagamento online (conti correnti, carte di credito, e-commerce). Un’azione concreta che valorizza ulteriormente l’importante opera di educazione che portiamo avanti da diversi anni sul tema digital.
[1] Dati della ricerca condotta dall’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano con Doxa