I grandi innovatori del passato: Ruggero Bacone

Roger Bacon, noto con l’appellativo di “Doctor Mirabilis” per via del suo immenso sapere, fu il primo uomo ad aver sentito l’esigenza di separare lo studio della teologia dalla scienza. Vissuto nel Medioevo e principale sostenitore della scienza empirica dell’uomo, il suo ardore fu così forte da essere ritenuto il precursore degli scienziati del Seicento.

Ritratti: i grandi innovatori del passato

The | edge omaggia le storie di grandiosi personaggi storici, uomini e donne del passato, pionieri e pioniere dell’innovazione, che attraverso la diffusione del loro sapere e delle loro scoperte in ambito scientifico e tecnologico, hanno contribuito a rivoluzionare l’umanità.

Ruggero Bacone, lo studioso che riprese le basi del metodo scientifico

Roger Bacon (o Ruggero Bacone)
(Ilchester, 1214 – Oxford, 1292)

Come molti suoi contemporanei, anche Roger Bacon fu prima di tutto filosofo e teologo. L’avvento del cristianesimo e la fine del Tardo Impero Romano, infatti, spinsero gli studiosi a concentrarsi sulla ricerca di Dio piuttosto che sulla verità scientifica. Per questo, i più importanti pensatori del tempo erano – il più delle volte – uomini di Chiesa.
Noto con l’appellativo di “Doctor Mirabilis” per la sua padronanza di tutto scibile umano allora esplorato, nel corso della sua vita Bacone studiò matematica, astronomia, ottica e chimica. Di fatto, non scoprì nulla di nuovo rispetto al passato ma la sua fame di conoscenza lo resero un tassello fondamentale per la rinascita del metodo scientifico. Va ricordato infatti che se per molti storici l’età medioevale segna un’interruzione rispetto all’antichità, per altri questa ha favorito molti progressi di cui beneficiamo ancora oggi. Risalgono a quest’epoca, infatti, scoperte e invenzioni scientifiche e tecnologiche quali gli occhiali da vista, la bussola, la stampa, gli orologi meccanici e la polvere da sparo.
Di Bacone, non sono certe le origini ma sappiamo che vide la luce nel 1214 (o nel 1220) nel villaggio inglese di Ilchester, nel Somersetshire, ed è probabile che la famiglia fosse benestante, visto che poté studiare prima a Oxford e poi a Parigi, al tempo fulcro della vita intellettuale e delle teorie più avanzate del Vecchio Continente.
L’università inglese lo formò alla tradizione aristotelica, mentre nella capitale francese il giovane apprese la filosofia e la teologia. Qui conobbe anche Alessandro di Hales, destinato a diventare il punto di riferimento degli studiosi francescani opposti ai domenicani di Alberto Magno e Tommaso d’Aquino.
Dopo aver conseguito il titolo di magister artium, conquistò buona fama come insegnante (le sue lezioni nell’ateneo parigino aprirono le porte allo studio aristotelico in Occidente). Ma, nel 1247, lasciò la cattedra per ragioni ignote, probabilmente un rientro ad Oxford.
Questo non placò la sua sete di sapere, anzi le cronache narrano che lo studioso dilapidò i suoi averi pur di acquistare libri (anche “segreti”) e continuare le sue ricerche sperimentali. Si dotò di un laboratorio per gli esperimenti di chimica e per una sistematica osservazione con lenti e specchi, si accinse a ricostruire gli specchi ustori di Archimede per approfondirne lo studio e formò diversi giovani ricercatori.
Come scienziato, Bacone si riallaccia ad Aristotele e a quanto appreso ad Oxford da Roberto Grossatesta, a sua volta teologo e scienziato. Approfondisce molti aspetti della fisica del filosofo greco e si appassiona soprattutto al problema del vuoto. Seguendo il suo maestro, inoltre, Bacone privilegia l’osservazione empirica (scientia experimentalis) e pone a fondamento della scienza della natura la matematica, imprescindibile per la spiegazione dei fenomeni fisici.
Bacone indagò le dottrine dell’astronomia (credendo, peraltro, nell’influsso magico degli astri) e l’ottica o “metafisica della luce”. Celebri sono i suoi esperimenti sulla luce e sull’arcobaleno, studiato in quegli anni anche da Teodorico di Freiberg (il primo a intuire che l’arcobaleno è generato dalla rifrazione della luce), così come le sue puntuali spiegazioni dei principi della luce o l’uso della camera oscura.
Ancora più famosi i suoi tentativi di invenzioni. Con vivace creatività, Bacone lavorò all’idea di un telescopio, di un microscopio, di imbarcazioni – motorizzate – che potessero navigare senza vela e senza remi, perfino di una macchina per volare. Lo scienziato aveva, infatti, intuito che, come un oggetto, può galleggiare nel liquido così può, a determinate condizioni, farlo anche nell’aria. Infine, ebbe dimestichezza con la polvere pirica, già nota agli arabi, e fu il primo in Europa a descrivere dettagliatamente il procedimento per produrla.
Nel 1257, forse in seguito a una malattia, Bacone entrò nell’ordine dei francescani e si sentì (come scrisse in una sua opera) dimenticato da tutti. Per questo, scrisse a Papa Clemente IV proponendogli una vasta enciclopedia del sapere. In un carteggio fra i due, il pontefice chiese più dettagli sul progetto e questo portò Bacone a scrivere tre opere da inviare a Roma.
La morte del Papa, nel 1268, interruppe qualsiasi sogno di ottenere il giusto riconoscimento degli studi di una vita e consegnò lo scienziato a tutt’altro destino. Secondo alcune fonti, Bacone fu imprigionato dai francescani fra il 1277 e il 1279 per le “sospette novità” del suo insegnamento. Bacone resta il primo ad aver sentito la necessità di separare lo studio della teologia dalla scienza e il principale sostenitore, nel Medioevo, dell’esperienza empirica dell’uomo. Il suo ardore fu così forte da essere ritenuto, con buona ragione, il precursore degli scienziati del Seicento.

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