I grandi innovatori del passato: Niccolò Copernico

Ritratti: i grandi innovatori del passato

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Niccolò Copernico e la rivoluzione del sistema eliocentrico

Nikolaj Kopernik o Niccolò Copernico
(Toruń, 1473 – Frombork, 1543)

Leggenda vuole che Niccolò Copernico, in fin di vita, sia morto solo dopo aver ricevuto in mano la prima copia di stampa della sua monumentale opera, il De revoluzionibus orbium coelestium (Sulle revoluzioni delle sfere celesti). Trattato che avrebbe rivoluzionato, in breve, il sistema geocentrico fino ad allora indiscusso, ma che fu a lungo rinviato dall’autore proprio per timore delle reazioni che avrebbe suscitato la nuova teoria.

Di questo astronomo polacco, rimasto orfano di entrambi i genitori molto piccolo e quindi cresciuto da uno zio materno, sappiamo che nacque nella città di Toruń da una famiglia polacca-tedesca di buone condizioni. Suo padre Niklas era un ricco mercante di Cracovia, sua madre Barbara Watzenrode una nobile tedesca. Anche per questo il giovane Niccolò parlava sia il polacco sia il tedesco, oltre a conoscere perfettamente il latino.

Gli studi lo portarono prima all’università di Cracovia, poi in Italia per frequentare diritto nel celebre ateneo di Bologna e laurearsi in diritto canonico a Ferrara. Qui, però, iniziò a conoscere diversi astronomi e nel 1497 si dedicò alle prime osservazioni astronomiche, recandosi anche a Roma per studiare un’eclissi. Proprio in questi anni trascorsi nell’Italia rinascimentale, Copernico avrebbe iniziato a intuire ed elaborare quella che sarebbe diventata la sua rivoluzionaria teoria astronomica. Decisivo è che, nel suo soggiorno italiano, imparò bene il greco antico e questo gli consentì di approfondire gli scritti di Tolemeo e il suo sistema geocentrico.

Rientrato in Polonia, nel 1516 gli fu affidata l’amministrazione del castello e delle terre di Olsztyn, odierna Allenstein, la più grande città della storica regione di Varmia. Qui, come canonico dell’arcidiocesi, Copernicò passò diversi anni impegnato nelle sue ricerche scientifiche e scrivendo una buona parte della sua opera principale. Alcune delle sue conclusioni, però, potrebbero essere state anticipate in un breve trattato, di datazione incerta: il De hypothesibus motuum coelestium a se constitutis commentariolus – più noto come Commentariolus – che enuncia le innovative idee copernicane su cosmo, moto dei pianeti, Luna e Sole, formulando le basi della teoria eliocentrica in sette postulati. Nonostante il clamore e le sollecitazioni degli studiosi a far conoscere di più dei suoi studi, l’astronomo polacco dilazionò per anni la pubblicazione. La teoria eliocentrica, infatti, rivoluzionava non solo la scienza ma anche la filosofia e la teologia comunemente accettate. Essendo anche ecclesiastico, Copernico cercò di mantenere un profilo da studioso umanista per non andare contro la Chiesa (di fatto, senza riuscirci vista la condanna successiva del copernicanesimo).

Secondo alcuni studiosi, la stesura completa del De revoluzionibus risalirebbe al 1530 ma il testo fu pubblicato per la prima volta a Norimberga solo l’anno della morte di Copernico, nel 1543.

L’opera è dedicata a papa Paolo III ed è divisa in sei libri: il primo enuncia la teoria eliocentrica in generale; il secondo descrive i principi astronomici, le sfere e le stelle; il terzo parla del moto apparente del Sole; il quarto dei movimenti della Luna; il quinto e il sesto, infine, espongono il nuovo sistema elaborato. Il cuore della scoperta copernicana è che il Sole – e non la Terra – si trova al centro delle orbite degli altri pianeti.

L’astronomo polacco fu in grado di definire correttamente l’ordine dei pianeti, di stabilire la rotazione quotidiana del globo terrestre intorno al suo asse e la precessione degli equinozi (ovvero il suo movimento perpendicolare simile all’andamento di una trottola). Fra gli errori di Copernico ci sono le orbite circolari anziché ellittiche o la mancata soluzione della dimensione delle stelle. Mentre l’astronomo danese Tycho Brahe critica l’asserzione copernicana, non capendo quale forza potesse far ruotare pianeti così pesanti intorno al Sole.

Le sue spoglie furono sepolte nella cattedrale di Frombork ma sono venute alla luce solo nel 2005, grazie ai lavori sul pavimento per mano di alcuni archeologi. Dopo la conferma dell’esame del Dna, il corpo di Copernico riposa in un sepolcro ufficiale, dove è ricordato come fondatore della teoria eliocentrica con una lapide in granito nero e un sole in oro. Resta che la sua teoria astronomica è alla base degli studi più innovativi di Keplero e Galileo. E che Copernico ha aperto la strada all’astronomia (e alla scienza) moderna.

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