I grandi innovatori del passato: Maria Cunitz

Ritratti: i grandi innovatori del passato

The | Edge omaggia le storie di grandiosi personaggi storici, uomini e donne del passato, pionieri e pioniere dell’innovazione, che attraverso la diffusione del loro sapere e delle loro scoperte in ambito scientifico e tecnologico, hanno contribuito a rivoluzionare l’umanità.

Maria Cunitz, l’astronoma polacca che semplificò Keplero

Maria Cunitz
(Świdnica, 1607 – Byczyna, 1664)

Primogenita di una famiglia di scienziati, Maria Cunitz nacque nella regione polacca della Bassa Slesia. Suo padre, un benestante proprietario terriero tedesco, era medico mentre la madre (la polacca Maria Scholtz) era una matematica, a sua volta figlia di un luminare.

La data di nascita di Maria Cunitz è tuttora incerta ma si ritene sia cresciuta nella città polacca di Świdnica (qui, oggi, una statua in sua memoria la ritrae seduta su una panchina).

Nel 1727, il libro Educated Silesian Women and Female Poetsricorda che Maria Cunitz aveva ricevuto un’alta istruzione dal padre (fatto insolito per le ragazze dell’epoca): la giovane aveva imparato sei lingue (fra cui greco, latino, ebreo e italiano) e studiato prima le tradizionali materie riservate alle donne ovvero musica, poesia e pittura. Poi, sorprendentemente, anche la medicina e la matematica, che applicherà alle sue misurazioni astronomiche.

Ancora adolescente, la ragazza sarebbe andata in sposa una prima volta all’avvocato David von Gerstmann che, però, morì dopo appena tre anni. Pertanto, alla giovane fu assegnato come tutore Elias von Löwen, medico e appassionato di astronomia. Costui la spinse ad andare avanti e a studiare le teorie di Giovanni Keplero sul moto dei pianeti attorno al sole (pubblicate nel catalogo astronomico e nelle tavole planetarie note come Tabulae rudolphinae).

Nel 1630, i due convolarono a nozze e dalla loro unione nacquero tre figli. Insieme, fra il 1627 e il 1628, la coppia aveva già condotto diverse osservazioni dei pianeti Venere e Giove, inaugurando un’attività scientifica che li accompagnerà tutta la vita. Basti pensare che quando, nel 1656, un devastante incendio distrusse la loro abitazione andarono in fumo anche più di 200 note registrate dalla donna nel corso di altrettante osservazioni astronomiche. Nello stesso rogo, la scienziata perse tutti i suoi strumenti per le misurazioni degli astri.

Il cuore del lavoro scientifico di Maria Cunitz è contenuto nella sua opera monumentale: Urania propitia (o Tavole astronomiche sorprendentemente facili), intitolato così in onore della dea dell’astronomia, Urania. Scritto in lingua latina e tedesca, scelta che contribuì a sviluppare il tedesco scientifico, il voluminoso testo vide la luce nel convento cistercense di Olobok, villaggio polacco vicino a Kalisz, dove moglie e marito si erano rifugiati durante la Guerra dei Trent’anni, essendo entrambi protestanti.

Nel 1648, la coppia riuscì a fare ritorno a casa e, due anni dopo, la donna pubblicò a sue spese il saggio con una prefazione del marito. Di questo, ci restano solo poche copie oggi conservate nell’Osservatorio astronomico di Parigi e presso alcune biblioteche universitarie.

Maria Cunitz elaborò nuove tavole effemeridi (misurando valori come la distanza di pianeti, coordinate, asteroidi e così via) e algoritmi più semplici per ridurre e semplificare le operazioni di calcolo astronomico. Grande attenzione suscitò la sua revisione delle Tabulae rudolphinae e le tre leggi di Keplero sul movimento dei pianeti: la scienziata polacca individuò nelle tabelle alcuni errori, correggendoli con calcoli manuali e risolse in modo diverso il problema di come determinare la posizione di un pianeta nella sua orbita ellittica in funzione al tempo. Tuttavia, secondo alcuni, la formula usata introdusse altre imprecisioni.

In ogni caso, la sua fama si diffuse nel Vecchio continente al punto che la donna intrecciò corrispondenze con altri astronomi contemporanei, come Johannes Hevelius e Usmael Boulliau.

Rimasta vedova nel 1661, morì tre anni dopo. Entrata nella storia come la prima astronoma della Polonia, Maria Cunitz è anche ricordata come la “Ipazia della storia moderna”. A lei, è stato dedicato un asteroide e il cratere Cunitz su Venere.

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