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Neuroscienza: potremmo rivedere i nostri sogni su uno schermo

Potremmo vedere i nostri sogni attraverso uno schermo?

Spesso non ricordiamo bene ciò che abbiamo sognato. Forse in futuro potrà esserci la possibilità di rivedere tutto attraverso uno schermo.

Sogni e realtà: entrambi a portata di mano?

Per anni collezioniamo fotografie, video e testimonianze scritte dei nostri ricordi, per poter accedere a un supporto concreto che contenga la nostra memoria. Ricordare è importante per la crescita del singolo, che viene così aiutato a elaborare le esperienze vissute per poter vivere al meglio. Nella nostra memoria i sogni, effimeri e rivelatori del nostro vissuto interiore, ci affascinano e allo stesso tempo ci sfuggono. Tutta l’arte, compresa quella cinematografica, ha rappresentato la materia del sogno, sfruttandola in tutte le sue sfaccettature. Ma se la realtà superasse la finzione? Forse, a breve i sogni saranno a portata di mano.

Sogni sullo schermo grazie alla neuroscienza

Un recente studio condotto dal California Institute of Technology ha offerto nuovi scenari nel campo della neuroscienza, dimostrando che è possibile leggere l’attività cerebrale umana, per poi riuscire a tradurla in immagini sullo schermo. L’esperimento ha visto come protagonisti dodici pazienti affetti da epilessia che avevano impiantati degli elettrodi nell’encefalo, al fine di individuare le aree responsabili delle crisi epilettiche (leggi il nostro articolo su Bryan Johnson, l’uomo che ha scoperto il segreto dell’eterna giovinezza). Successivamente, agli individui sono stati chiesti i nomi dei loro cantanti e attori preferiti. I ricercatori, mostrando loro una serie di fotografie dove i personaggi amati erano alternati a elementi disturbanti, sono stati in grado di individuare i neuroni specifici associati a ogni immagine. I partecipanti hanno quindi attivato, su richiesta egli esaminatori, i neuroni corrispondenti all’immagine dell’idolo di riferimento. Dall’esperimento è emerso che in un sorprendente 70% dei casi è stato possibile far prevalere l’immagine preferita rispetto a quella meno gradita. Ciò dimostra che i nostri neuroni possono essere controllati volontariamente e che le macchine hanno raggiunto la capacità di decodificare i pensieri, e quindi anche i sogni, provenienti dal cervello umano.

Sogni su schermo: quali sono i rischi?

Il risultato del test apre interessanti possibilità nella comprensione delle attività cerebrali e nella comunicazione tra cervello e robotica. Infatti, una macchina programmata adeguatamente, potrebbe consentire a persone paralizzate o con gravi disabilità motorie di comunicare o interagire con il mondo esterno utilizzando solo il pensiero. Inoltre, potrebbe essere utile per diagnosticare e trattare disturbi neurologici, permettendo ai medici di ottenere informazioni dirette dal cervello dei pazienti (leggi il nostro articolo sul gene che fa ingrandire il cervello dei primati). Anche se le prospettive sono stimolanti, bisogna ricordare che questa tecnologia è ancora in una fase di sviluppo iniziale, e che serviranno quindi ulteriori ricerche per diventare completamente affidabile. Inoltre, la lettura dei sogni e quindi del pensiero solleva anche importanti questioni etiche e sulla privacy. Quando sarà messa a punto, una tecnologia del genere dovrà essere regolamentata prima di essere messa in pratica.

La neuroscienza verso nuove prospettive

In futuro non avremo più bisogno di supporti ingombranti per visualizzare i nostri ricordi? Faremo uso di una piccola capsula, come nell’episodio “Ricordi pericolosi” della nota serie Black Mirror? Come reagirà la nostra specie quando l’ultimo spazio privato rimasto sarà potenzialmente accessibile a terzi? Gli interrogativi sono numerosi e, per fortuna, ancora infondati. Nonostante i rischi legati a nuove, potenti tecnologie, queste ultime portano anche speranze e risposte per questioni irrisolte da sempre.

A presto con nuovi articoli!

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