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Microchip e infanzia: un’app per monitorare la salute dei neonati

Impiantare un microchip sottopelle nei neonati sembra essere la soluzione per monitorarli più da vicino. Possono essere rischiosi? Scopriamolo insieme.

Controllare la salute dei bambini

L’infanzia rappresenta un periodo spensierato e delicato della vita del singolo. Ciò che i sensi recepiscono durante questo fondamentale momento di apprendimento, determina la qualità della vita che si affronta negli anni successivi. Mentre la mente è flessibile e attiva, il corpo è fragile ed esposto a malanni e infezioni potenzialmente letali a quell’età. Come controllare un neonato che non può comunicare il proprio malessere?

Microchip e bambini

A intervenire in soccorso a genitori e pediatri, potrebbe essere un microchip che, una volta impiantato sotto la pelle del bambino, ne monitora i parametri vitali. È stato Leslie Saxon, capo della divisione di cardiologia della University of Southern California, a presentare la possibilità. Questa soluzione rincuora, perché garantisce cure e attenzioni costanti, ma lascia diversi dubbi riguardo la sicurezza dei dispositivi. C’è rischio di compromettere la salute dei neonati, proprio nel tentativo di preservarla? Come il passare del tempo conferma, la tecnologia si evolve e con lei i meccanismi per sabotarla (leggi il nostro articolo sui cavi usb come accesso hacker). Tutti i dispositivi sono, o saranno, hackerabili ed è per questo che l’idea di un chip in un corpo così delicato può spaventare (leggi il nostro articolo sui dispositivi medici a rischio hacking). Inoltre, si tratta di un meccanismo elaborato, che dispone di numerose funzioni di controllo i cui dati dovranno essere inviati da remoto. Queste informazioni saranno, verosimilmente, raccolte in un’app scaricabile per tenere aggiornati medici e genitori sulle condizioni del bambino. L’hacker potrebbe quindi sia compromettere il microchip, che entrare in contatto con dati sensibili del suo ospite.

Microchip: il controllo del futuro

I benefici legati a sistemi IoT capaci di controllare parametri salutari sono numerosi, tuttavia, finché non saranno regolamentati e tutelati, rappresentano un canale diretto per attacchi alla nostra vulnerabilità (dai un’occhiata al nostro articolo sulle città sorvegliate). Fino a che punto sarà utile unire il nostro corpo a microchip? E quale sarà il limite da non superare?

A presto con nuovi articoli!

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