Le aziende sono bersaglio continuo di attacchi hacking. Vediamo come il lavoro della Threat Intelligence possa rappresentare una soluzione.
Hacking nel Dark Web
Muoversi su internet non è mai stato così pericoloso. Così come abbiamo a disposizione un numero sempre maggiore di strumenti per portare a termine le nostre attività, anche le minacce hacking sono in continua evoluzione, per questo è necessario che anche le strategie di sicurezza si aggiornino (scopri di più leggendo il nostro articolo su come proteggersi dall’hacking). Di fronte ad attacchi più sofisticati, spesso nati dal dark web, prevenire non basta. Infatti, spesso la maggior parte dei tentativi di hackeraggio vengono bloccati dai tradizionali anti-virus e anti-malware, ma i sistemi di hacking moderni sono in grado di superarli facilmente. Per questo la cybersecurity avanzata può rappresentare una soluzione.
Lo strumento della cybersecurity: Threat Intelligence
Per questo è importante studiare nuovi metodi che possano addirittura anticipare le mosse del criminale, per riuscire a stanarle per tempo. Ma cos’è la Threat Intelligence? Si tratta di uno strumento di cybersecurity, che agisce attraverso un processo di identificazione, uno studio attento di dati e meccanismi ricorrenti, delle minacce di hacking che aiuta a bloccare l’hacker durante l’organizzazione dell’atto (leggi il nostro articolo sull’hacking nei sistemi sanitari). Di fronte alla velocità dei nuovi crimini online, prevenire aiuta a comprendere i pericoli, e rende possibile introdurre contromisure che riescano a limitare i rischi; per questo affidarsi alla Threat Intelligence può essere una scelta vincente. Nello specifico, questa forma di intelligenza artificiale si inflitra nel territorio del Dark Web, filtrando un’enorme quantità di conversazioni e profili; in questo modo riesce ad avere accesso alle informazioni strategiche generate dai criminali. Successivamente, dopo aver raccolto i dati necessari, calcola il rischio potenziale di un attacco.
L’azienda e l’hacking
Proprio perché consente di intercettare gli attacchi in una fase anticipata, permette anche di adottare strumenti di difesa specifici e individuare eventuali punti deboli all’interno della rete aziendale. Finché parliamo di semplici account personali, con una mole di dati ridotta e attività limitate, è ancora utile affidarsi a normali anti-virus, ma una rete aziendale, che è ben più complessa, merita una protezione capillare (leggi il nostro articolo su Neuralink). Fin dove si spingeranno le nuove tecnologie? La cybersecurity riuscirà a stare al passo?
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