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Argus II: l’occhio bionico obsoleto

Lo sviluppo di innovativi dispositivi medici ha il fine di semplificare la vita dei pazienti a cui sono rivolti, consentendogli di vivere una normale routine quotidiana. Cosa succede però quando questi dispositivi vengono privati del livello di assistenza e di aggiornamento inizialmente promesso? La decisione della Second Sight Medical Products di sospendere la produzione e l’assistenza dell’occhio bionico Argus II ha avuto conseguenze negative sui pazienti che ancora utilizzano il dispositivo, abbandonati da un’azienda che ha promesso loro una nuova tecnologia  rivelatasi fallimentare.


La decisione della Second Sight Medical Products di sospendere la produzione e l’assistenza dell’occhio bionico Argus II ha avuto conseguenze negative sui pazienti che ancora utilizzano il dispositivo, abbandonati da un’azienda che ha promesso loro una nuova tecnologia  rivelatasi fallimentare.

Lo sviluppo di innovativi dispositivi medici ha il fine di semplificare la vita dei pazienti a cui sono rivolti, consentendogli di vivere una normale routine quotidiana.

Cosa succede però quando questi dispositivi vengono privati del livello di assistenza e di aggiornamento inizialmente promesso?

Nel 2019 la compagnia americana Second Sight Medical Products, specializzata nella creazione di protesi oculari, decide di interrompere la produzione della protesi retinica Argus II. Ad accelerare la sua dismissione furono anche i gravi problemi finanziari che colpirono la compagnia in quel periodo, portandola a licenziare circa 80 dei suoi 108 dipendenti.

Secondo i dati raccolti attraverso un’indagine effettuata dalla rivista tecnologica IEEE Spectrum, fino ad allora questo dispositivo era stato impiantato a oltre 350 persone in tutto il mondo.  

Come funziona l’impianto Argus II?

Argus II è stato progettato per il trattamento di una rara malattia genetica, la retinite pigmentosa, in grado di causare la perdita della vista.

Attraverso una minuscola telecamera collegata a degli occhiali a visiera e grazie alla raccolta delle immagini, l’impianto è in grado di fornire una “visione artificiale” dell’ambiente circostante. Il sistema è in grado di convertire le immagini in impulsi elettrici che dal nervo ottico giungono nell’area visiva del cervello, situata nella corteccia occipitale.

L’immagine esterna è tradotta in un modello visivo in cui si alternano zone di luce e ombra, ripristinando parzialmente il senso di visione funzionale. I pazienti riescono a individuare più facilmente ostacoli, riconoscere le strisce pedonali e distinguere la sagoma delle persone.

Le difficoltà dei pazienti

Le conseguenze di questa decisione hanno provocato molteplici problematiche alla vita dei pazienti, incerti circa il futuro del loro impianto.

La Second Sight non effettua più riparazioni per l’Argus II, limitando il servizio di assistenza unicamente a un “supporto virtuale” rivolto ai medici con pazienti che utilizzano il sistema.

Sempre a Spectrum, alcuni clienti hanno raccontato le difficoltà avute nel mettersi in contatto con l’azienda, i quali, inoltre, hanno appreso da fonti secondarie il rilascio di un aggiornamento nel marzo del 2020, l’ultimo prima della dismissione del prodotto, anch’essa non comunicata loro ufficialmente. 

Coinvolti malgrado la loro volontà, in questa spiacevole situazione, privi di aggiornamenti e protezione, agli utenti di Argus II non resta che scegliere tra due alternative poco attraenti:

mantenere nei propri occhi il dispositivo, con la consapevolezza che prima o poi diverrà obsoleto e le complicazioni a livello medico che tutto questo comporta, oppure procedere alla rimozione del dispositivo mediante una costosa e dolorosa procedura. 

Riflettere sugli aspetti negativi del progresso

La vicenda di Argus II e la noncuranza da parte della Second Sight nei confronti dei clienti che data la particolarità dell’impianto necessiterebbero di costante monitoraggio e assistenza, evidenzia chiaramente l’altro volto del progresso, quello legato ai suoi aspetti negativi e impone la necessità di una riflessione.  

Sviluppare innovazioni in grado di migliorare, anche notevolmente, la vita di ognuno di noi richiede allo stesso tempo la necessità di non perdere di vista l’obiettivo primario: favorire il benessere di ogni essere umano. 

Sensibilizzare i lettori su queste tematiche permetterà di acquisire la giusta consapevolezza che consentirà loro di tutelarsi, nel modo più opportuno, dai rischi derivanti da aziende che seppur in grado di offrirti soluzioni innovative, antepongono i loro interessi a discapito del benessere del proprio cliente.

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